Giornata di preghiera e digiuno per la pace - 23 febbraio 2018

M.A.S.C.I. dell' Emilia-Romagna

GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO

PER LA PACE IL 23 FEBBRAIO PROSSIMO

“La pace non si fa da sola ma con: L’impegno quotidiano - La volontà di fare bene - Lo spendersi per gli altri.”

Il Papa Francesco ha esortato ad aderire ad una “speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima”: “la offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune. “Il nostro Padre celeste – ha detto il Santo Padre - ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, risana i cuori affranti e fascia le loro ferite”. Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”

Fondamentale è la nostra preghiera, sentita e vera per trasformare il male in bene. Se vogliamo lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato, ricordiamoci che la pace nasce dal cuore e si realizza prima di tutto nella realtà in cui viviamo. Imporre le proprie vedute a volte è come far partire un “colpo di mitraglia” che può uccidere, perché la pace la costruiamo a partire da noi, dalle scelte che facciamo, dalle parole che ogni giorni diciamo. E pace sia!

Sonia Mondin – Mons. Guido Lucchiari – Mimmo Cotroneo

Il 23 febbraio un evento dedicato alle popolazioni di Sud Sudan e Congo. Appello per la vita: «avanza la cultura dello scarto»

Papa Francesco all’Angelus, riferendosi al Vangelo di Marco che mette in risalto “il rapporto tra l’attività taumaturgica di Gesù e il risveglio della fede”, ha sottolineato che “la guarigione del corpo mira alla guarigione del cuore”. “Una volta liberati dalle strette del male e riacquistate le proprie forze in seguito all’intervento di Gesù” – ha affermato Francesco – bisogna mettersi “al servizio del Signore”. "Gesù - ha aggiunto - non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio; non fa la predica di laboratorio, staccato dalla gente: è in mezzo alla folla! In mezzo al popolo!". E l’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù - ha spiegato - "ritrova il suo luogo più proprio nella strada". "La strada come luogo del lieto annuncio del Vangelo - ha osservato il Papa - pone la missione della Chiesa sotto il segno dell’andare”, del movimento e mai della staticità.

Dopo la preghiera mariana, ricordando “il tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo”, il Pontefice ha esortato ad aderire ad una “speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima”. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune. “Il nostro Padre celeste – ha detto il Santo Padre - ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, risana i cuori affranti e fascia le loro ferite”.

Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!

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