Relazione M.A.S.C.I. “Sammartini 1” Uscita a Barbiana Sabato 9 Luglio 2016

M.A.S.C.I. dell' Emilia-Romagna

Dopo un viaggio piacevole e regolare  siamo giunti al Lago di Toscana, Bilancino, dove ci siamo fermati per fare una riflessione, guidata da Daniele e dai suoi appunti sulla figura di Don Lorenzo.

Durante la conversazione, chi lo desiderava, interveniva con domande, chiarimenti ed osservazioni prendendo spunto anche dal lavoro svolto da Sergio, per noi, su “Esperianze Pastorali”.

La lettura dei bigliettini colorati preparati da Daniele è stato un momento significativo ed emozionante:

sistemati in cerchio, abbiamo ricevuto una frase, detta da Don Lorenzo, che ciascuno di noi ha letto ad alta voce e commentato.

Dice Don Lorenzo :

« Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione, avete buttato in cielo un passerotto senza ali.»

Dice Don Lorenzo :

Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini cui ho fatto scuola. Io ho insegnato loro soltanto ad esprimersi mentre loro mi hanno insegnato a vivere. Io non ero così e perciò non potrò mai dimenticare quello che ho avuto da loro.”

Dice Don Lorenzo :

Noi preti abbiamo un’unica ragione di vita, quella di contentare il Signore e dimostrargli di aver capito che ogni anima è un universo di dignità infinita.”

Dice Don Lorenzo :

Chi sa volare non deve buttar via le ali per solidarietà con i pedoni, deve piuttosto insegnare a tutti il volo.”

Dice Don Lorenzo :

Se dicessi che credo in Dio direi troppo poco perché gli voglio bene. E capirai che voler bene a uno è qualcosa di più che credere nella sua esistenza.”

Dice Don Lorenzo :

La storia la insegna Dio e non noi e l’unica cosa cui ambisco è di capire il suo disegno man mano che lui lo svolge.”

Dice Don Lorenzo :

Il turbamento è una grande grazia di Dio. Ma anche l’equilibrio e la serenità sono grandi grazie di Dio.”

Dice Don Lorenzo :

Il sapere è nobile sempre quando è conoscenza del creato di Dio.”

Dice Don Lorenzo :

Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.”

Dice Don Lorenzo :

"La parola è la chiave fatata che apre ogni porta."

Dice Don Lorenzo :

Se si perdono gli ultimi la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati.”

  

Dice Don Lorenzo :

Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l'avarizia.”

Dice Don Lorenzo :

Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.”

Dice Don Lorenzo :

Chi paga di persona testimonia che vuole una legge migliore, cioè che ama la legge più degli altri.”

Dice Don Lorenzo :

Chi non sa amare il povero nei suoi errori non lo ama.”

Dice Don Lorenzo :

Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.”

Dice Don Lorenzo :

E allora il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso.”

Dice Don Lorenzo :

Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande “I care”.

E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. “Me ne importa, mi sta a cuore”. E’ il contrario del motto fascista “Me ne frego”.

Queste preziose parole restano come eredità di questa giornata e occasione continua di meditazione del grande patrimonio di pensieri e impegni che don Milani ha offerto a ogni persona che lo ha avvicinato

Dopo una bella e confortante sosta nei pressi di Vicchio, dove abbiamo condiviso il pranzo e apprezzato l’ospitalità di gentili operai che ci hanno offerto il bagno della loro officina,

Sotto la tettoia, il pergolato dove venivano fatte le lezioni in estate, in attesa di incontrare le persone che ci avrebbero parlato di don Lorenzo e dell’esperienza della sua scuola, abbiamo letto la lettera che Adele Corradi ha riportato a pag 100 del suo libro “Non so se don Lorenzo” che ci sembrava spiegasse bene ”l’essenza” del discorso del Priore di Barbiana sui poveri e il rapporto con loro, il Vangelo e la ricerca di Dio….

All’interno della scuola, proprio dove si svolgevano le lezioni di inverno, una volontaria dell’associazione, Annalisa, ci ha raccontato la nascita della scuola, come erano le condizioni di durissima povertà nella quale vivevano le famiglie dei ragazzi e lo stesso Don Milani. Ci ha parlata delle materie, del metodo e dei laboratori. Lo studio delle lingue, la scuola fatta tutti i giorni, senza stagioni, senza soste. La lettura del Vangelo alla domenica, dopo la messa, fatta per tutti, anche per i genitori e i parrocchiani. La costruzione della piscina per insegnare ai bambini, montanari, a vincere la paura dell’acqua, a nuotare. Ci ha fatto notare come don Lorenzo fosse “avanti” di trent’anni nei contenuti, nei metodi. Ha preso ad esempio il referendum sull’acqua pubblica di qualche anno fa: nei siti internet si utilizzava una lettera per avere l’acqua che don Lorenzo aveva scritto nel 1956!

Annalisa ci ha spiegato che tocca a lei e ad altri portare avanti l’eredità e il messaggio di Barbiana perché gli anni passano e i ”Figlioli” , gli scolari di don Milani , cominciano ad invecchiare e ad ammalarsi. Perciò i volontari come lei vengono scrupolosamente preparati per questi incontri, affinché non ci sia una distorsione, una mistificazione o interpretazione libera dei fatti, degli scritti, dell’esperienza unica ed irripetibile di quegli anni.

Abbiamo, poi, avuto il regalo di ascoltare anche Giancarlo, uno dei primi sei scolari della scuola (nella foto, il secondo da sinistra, “quello che sta leggendo” ci ha detto)

Giancarlo ci ha raccontato tante cose molto belle ed importanti ma quella che voglio ricordare qui è: “Lui, prima di tutto, era un sacerdote, uomo del Vangelo, uomo di Dio. Ha adottato il Vangelo alla lettera ed è per questo che, uomo di cultura e ricchezza infinita, sterminata, si è dedicato del tutto a noi, poveri. Ha voluto entrare lui nella nostra cultura, nella nostra povertà, nella nostra vita”

Molto belli sono stati i riferimenti a San Francesco, a Papa Francesco e a don Lorenzo, uniti nel tempo dal Vangelo e da Gesù.

Alcune immagini: 

 
   
   
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